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Vita da assistente sociale – La ricerca “Conoscere per agire” sull’aggressività nei confronti degli assistenti sociali

10/10/2017

Pubblichiamo l’articolo apparso questa mattina sul Corriere della Sera in occasione della presentazione dei risultati della Ricerca “Conoscere per agire” sull’aggressività nei confronti degli assistenti sociali che si terrà a Roma domani 11.10.2017.

La Ricerca condotta da un gruppo di ricercatori assistenti sociali è stata promossa da CNOAS e Fondazione Assistenti Sociali su iniziativa del Coordinamento Area Nord dei Consigli regionali dell’Ordine degli Assistenti Sociali.

Vita da assistenti sociali, nove su dieci subiscono aggressioni

Il dossier su 20 mila professionisti. I settori più a rischio: la tutela dei minori e gli adulti in difficoltà

Corriere della Sera, 10 ottobre 2017, Alessio Ribaudo

In Italia l’88,2 per cento degli assistenti sociali, nel corso della carriera, è stato aggredito verbalmente e il 61 per cento era presente mentre ciò accadeva a un collega; il 15,4 per cento ha subito una qualche forma di aggressione fisica. Inoltre, il 35,8 per cento ha temuto per l’incolumità propria o di un familiare e l’11,2 per cento ha avuto danni a beni.

È questa la fotografia scattata dalla ricerca «Conoscere per agire» sulla aggressività nei confronti degli assistenti sociali che sarà presentata domani a Roma nella sede del Consiglio nazionale dell’economia e che è stata promossa dal Consiglio nazionale degli assistenti sociali (Cnoas) e dalla Fondazione nazionale assistenti sociali. Lo studio — che il Corriere ha in anticipo — si basa su un campione di oltre 20 mila professionisti (sui 42 mila totali) ed è stato analizzato da un comitato scientifico, diretto da Alessandro Sicora dell’Università della Calabria. In particolare, nell’ultimo trimestre oltre mille intervistati dicono di aver subito forme di violenza fisiche che hanno richiesto interventi medici importanti. I settori più a rischio sono quelli a tutela dei minori e a sostegno di adulti in difficoltà. Ma c’è di più. Solo una parte delle aggressioni fisiche è denunciata alle forze di polizia (10,6%) o al proprio ente (23,3%). «Presumibilmente per un certo grado di sfiducia diffuso tra i professionisti — spiegano da Cnoas e Fondazione — visto che il 49% dichiara che dopo episodi di violenza verbale l’ente non ha preso iniziative concrete per aiutarli e sostenerli».

Dati preoccupanti per il Cnoas. «Il fenomeno violenza e le maggiori difficoltà nel rapporto tra assistenti sociali, Istituzioni e cittadini non può prescindere dallo stato di crescente sofferenza in cui si trova oggi il sistema dei servizi sociali — dice il presidente Gianmario Gazzi — e anzi ne è una conseguenza: è evidente che nei nostri servizi si scarica la sfiducia e la rabbia dei cittadini verso le istituzioni». Il presidente lancia un appello: «Serve attivare nuovi sistemi organizzativi e strategie metodologiche per gestire meglio le criticità; occorre investire in risorse professionali, nella formazione anche continua, nella sicurezza nei luoghi di lavoro e costruire servizi adeguati». Tra l’altro il 25,4% pensa che la violenza fisica contro gli assistenti sociali sia aumentata negli ultimi cinque anni.

«Gli episodi di violenza sono frutto di sofferenza e di tensioni sociali — spiega Silvana Mordeglia, presidente della Fondazione — ma non vanno sottovalutati quelli che derivano pure da una falsa rappresentazione dell’attività degli assistenti sociali. Stereotipo, questo, difficile da superare».

Poche segnalazioni I casi denunciati alla giustizia sono il 10,6%, quelli segnalati al proprio ente il 23,3%